21. Abbazia dei SS. Pietro e Paolo

21. Abbazia dei SS. Pietro e Paolo

Costruita dai monaci cistercensi sopra una precedente fondazione del 1084, costituisce un esempio prezioso dell’architettura cistercense lombarda e segna il passaggio dallo stile romanico a quello gotico. La chiesa presenta una qualificazione cromatica della superficie, una semplice linearità e razionale misura dello spazio evidente già nella facciata, preceduta da un portico formato da tre campate e diviso da contrafforti.

La diversa altezza delle parti della facciata suggerisce la divisione interna a tre navate e i contrafforti ben visibili lungo il fianco settentrionale indicano le campate.

L’abbazia continuò a prosperare per tutto il Medioevo, finché perse alle soglie dell’età moderna quel ruolo di riferimento per l’economia che i monaci le avevano imposto. Soltanto con l’abate commendario Federico Cesi l’abbazia si risollevò da quello stato di trascuratezza. Il Cesi promosse nel 1542 una totale riforma dell’abbazia, intervenendo anche sulle strutture architettoniche della chiesa e del monastero. Probabilmente a conclusione di quei lavori il Cesi commissionò al celebre pittore Callisto Piazza la grande pala Cesi.

Il dipinto rappresenta la “Madonna col Bambino, santi e il committente Federico Cesi” e si pone tra le opere più significative della maturità del pittore. La pala di Callisto è anche il primo grande intervento pittorico all’interno dell’abbazia, fino ad allora rimasta priva di ogni tipo di decorazione.
Nel 1798 l’abbazia venne soppressa e i monaci abbandonarono il Cerreto.

Giorni e orari di aperturain inverno, sabato e domenica dalle 10.30 alle 18.00; in estate, tutti i giorni dalle 14.00 alle 18.00. La mattina previa prenotazione telefonando allo 339/5638080 (parroco)

Ascolta e scarica l’audioguida

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Costruita dai monaci cistercensi sopra una precedente fondazione del 1084, costituisce un esempio prezioso dell’architettura cistercense lombarda e segna il passaggio dallo stile romanico a quello gotico. La chiesa presenta una qualificazione cromatica della superficie, una semplice linearità e razionale misura dello spazio evidente già nella facciata, preceduta da un portico formato da tre campate e diviso da contrafforti.

La diversa altezza delle parti della facciata suggerisce la divisione interna a tre navate e i contrafforti ben visibili lungo il fianco settentrionale indicano le campate.

L’abbazia continuò a prosperare per tutto il Medioevo, finché perse alle soglie dell’età moderna quel ruolo di riferimento per l’economia che i monaci le avevano imposto. Soltanto con l’abate commendario Federico Cesi l’abbazia si risollevò da quello stato di trascuratezza. Il Cesi promosse nel 1542 una totale riforma dell’abbazia, intervenendo anche sulle strutture architettoniche della chiesa e del monastero. Probabilmente a conclusione di quei lavori il Cesi commissionò al celebre pittore Callisto Piazza la grande pala Cesi.

Il dipinto rappresenta la “Madonna col Bambino, santi e il committente Federico Cesi” e si pone tra le opere più significative della maturità del pittore. La pala di Callisto è anche il primo grande intervento pittorico all’interno dell’abbazia, fino ad allora rimasta priva di ogni tipo di decorazione.
Nel 1798 l’abbazia venne soppressa e i monaci abbandonarono il Cerreto.

Giorni e orari di aperturain inverno, sabato e domenica dalle 10.30 alle 18.00; in estate, tutti i giorni dalle 14.00 alle 18.00. La mattina previa prenotazione telefonando allo 339/5638080 (parroco)

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