La villa appare monumentale e grandiosa sia che la si raggiunga dal paese e si presenti frontalmente, sia che la si veda dal giardino arrivandoci dalla campagna: spicca infatti il corpo dell’edificio, sopraelevato rispetto al livello della strada, essendo ubicato su una lieve altura. Voluta dalla famiglia Cavazzi della Somaglia, compare già nel catasto austriaco nel 1723, anche se venne ultimata solo nel 1743.
La villa è organizzata su di una pianta ad U in modo unitario e simmetricamente articolato. In asse alla cancellata d’ingresso, sui cui pilastri campeggiano “Cerere” e “Pomona” dee delle messi, si presenta il corpo principale a tre piani, con portico mediano a cinque archi.
L’interno è decorato con stucchi ed affreschi, che suggeriscono dilatazioni spaziali sui soffitti dello scalone e delle stanze, sia del piano terra, sia del primo piano.
Vi sono anche due delle “Quattro stagioni”, strappate e vendute le altre due nel secolo scorso.
A motivo delle analogie, che accomunano questa villa ad altre di Giovanni Ruggeri, soprattutto alla villa Alari Cernusco sul Naviglio, essa vien attribuita all’architetto romano, che fu attivo in Lombardia nel primo Settecento. Probabilmente il Ruggeri non la iniziò, ma solo intervenne nella sistemazione e nella definizione conclusiva.
La villa appare monumentale e grandiosa sia che la si raggiunga dal paese e si presenti frontalmente, sia che la si veda dal giardino arrivandoci dalla campagna: spicca infatti il corpo dell’edificio, sopraelevato rispetto al livello della strada, essendo ubicato su una lieve altura. Voluta dalla famiglia Cavazzi della Somaglia, compare già nel catasto austriaco nel 1723, anche se venne ultimata solo nel 1743.
La villa è organizzata su di una pianta ad U in modo unitario e simmetricamente articolato. In asse alla cancellata d’ingresso, sui cui pilastri campeggiano “Cerere” e “Pomona” dee delle messi, si presenta il corpo principale a tre piani, con portico mediano a cinque archi.
L’interno è decorato con stucchi ed affreschi, che suggeriscono dilatazioni spaziali sui soffitti dello scalone e delle stanze, sia del piano terra, sia del primo piano.
Vi sono anche due delle “Quattro stagioni”, strappate e vendute le altre due nel secolo scorso.
A motivo delle analogie, che accomunano questa villa ad altre di Giovanni Ruggeri, soprattutto alla villa Alari Cernusco sul Naviglio, essa vien attribuita all’architetto romano, che fu attivo in Lombardia nel primo Settecento. Probabilmente il Ruggeri non la iniziò, ma solo intervenne nella sistemazione e nella definizione conclusiva.